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(READ) FESTIVAL DI SANREMO 2014 / Domani tocca a Rocco Hunt: un appello per difendere la Terra dei Fuochi

ROCCO-HUNT a sanremo

“La strage dei rifiuti, L’aumento dei tumori, Siamo la terra del sole, Non la terra dei fuochi!” Rocco Hunt, domani, canta a Sanremo, in un’edizione del tutto scarna e ingenerosa con il Sud. E canta un brano intriso sì di denuncia, ma anche di speranza e soprattutto di voglia di riscatto per la propria terra.

Un inno che difende un Sud, sputtanato gratuitamente anche sul palco di Sanremo, come accaduto ieri, durante la prima serata.

La musica, a Sanremo, però, domani cambia: il rapper salernitano Rocco Pagliarulo, detto Rocchino, vuole rompere proprio questi schemi. Nonostante i suoi soli 19 anni, venendo da una realtà difficile, ha già molto da insegnare, anche all’immarcescibile coppia Fazio-Littizzetto. La sua scelta di vita e di artista, infatti, è quella di usare la sua voce come megafono di tutte le voci del Sud, per cantare contro il sistema, raccontando la nostra verità “collettiva” attraverso il suo brano. “Nu juorno buono”, in gara nella categoria giovani di questa 54esima edizione del Festival.

È una delle otto nuove proposte di quest’anno. Assieme a lui sul palco saliranno: Diodato (Babilonia), Filippo Graziani (Le cose belle), The Niro (1969), Veronica De Simone (Nuvole che passano) e Zibba (Senza di te). Bianca (Saprai) e Vadim (La Normalità). Un’edizione, quella del 2014, cominciata in maniera movimentata, con un gesto disperato che dovrebbe far riflettere tutti.

Durante il monologo iniziale di Fazio, infatti, due operai del Consorzio del bacino di Napoli e Caserta sono riusciti a salire, attraverso uno stratagemma, sull’impalcatura dell’Ariston e da lì hanno minacciato di buttarsi giù, se il presentatore non avesse letto pubblicamente una loro lettera.

Fazio, costretto dalle circostanze, ha letto: “Siamo più di 800 operai, non riceviamo lo stipendio da mesi e così sarà per i prossimi mesi. In un anno sono già avvenuti tre suicidi”. 

Un gesto che ha fatto reagire subito Rocco Hunt: “Rapperó per due persone in più. Il mio rap è anche per loro e per tutti gli altri operai. Lo dedico a tutti i lavoratori del Consorzio del bacino di Napoli e Caserta. Li comprendo benissimo. Mio padre è il primo che lavora in una cooperativa e so cosa significa ricevere lo stipendio una volta ogni sei mesi. Con questa mia canzone voglio cercare un cambiamento concreto. Se lo meritano i precari, i disoccupati, tutta la mia gente, la mia terra. Arriverà ‘o juorno buono!”

E con questo messaggio pulito e fiducioso, espressione di un rap positivo, di denuncia e che rispecchia la vera essenza del genere, noi stasera facciamo il tifo per te, Rocchì. Sei l’unico che può difendere Napoli dallo sputtanamento continuo, da quel palco. Perché “questo posto non deve morire, La mia gente non deve partire, Il mio accento si deve sentire” non siano solo note sanremesi ma un modo di vivere Napoli e il nostro Sud.

Eugenia Conti

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