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(READ) INTERVIEW WITH MAMA MARJAS / “A lavoro per un nuovo disco mentre a Taranto si combatte ogni giorno”

mama marjas

La terza edizione del Primo Maggio a Taranto è giunta al termine con grandi numeri: circa 200.000 i partecipanti. In città però ci sono artisti che lottano per la propria Terra 365 giorni all’anno, in prima linea e non soltanto durante quest’occasione. Prima tra tutti l’amazzone pugliese, combattente vera e cantante senza filtri: Mama Marjas.

Originaria di Santeramo in Colle, ma residente a Taranto da diversi anni, Maria rappresenta chi nonostante il grande successo e il riconoscimento a livello nazionale da parte dei maggiori artisti del panorama musicale resta tra la sua gente e per la sua gente.

Possiamo vederla esibirsi a Miami in importanti locali, ma allo stesso tempo trovarla alle Officine Tarantine a chiacchierare e a bere la birra con i suoi fans. Insomma Mama Marjas che viene dal basso non dimentica chi c’è laggiù… E sebbene viva problematiche quotidiane legate all’ambiente non è meno determinata nel voler sconfiggere le ciminiere attraverso le note.

Anche quest’anno in moltissimi, compresa me, l’avremmo voluta e l’abbiamo reclamata sul palco dell’evento tenutosi al Parco delle Mura Archeologiche. Perché chi meglio di lei che la vive ogni giorno può parlarci di Taranto? Del resto la Queen del reggae meridionale lancia messaggi contro l’Ilva già da anni. “Ilva is a killer, music is a star” recita il testo di una sua canzone.

La musica può distruggere le fabbriche e le petroliere. E così la super Mama, al secolo Maria Germinario, fin da piccola innamorata dei ritmi africani e delle sonorità caraibiche ha portato con i suoi brani tanto colore e “Negritude” nel grigio dei vapori e dei fumi della sua città. Orgogliosa di essere una “femmena” del Sud ha sempre preteso rispetto e riconoscimento per il suo sesso.“We ladies”, album realizzato con la sua collega salentina Miss Mykela, è l’esempio lampante che rimarca questo concetto. Le donne sono una benedizione. Dalla personalità grintosa e forte tipica della meridionale doc e dalla voce unica nel suo genere Mama Marjas è stata notata anche dai suoi idoli di sempre: i 99 Posse, i quali talmente colpiti del suo talento hanno deciso la scorsa estate di farsi accompagnare durante il tour da Maria come voce femminile del gruppo.

Al momento l’esplosiva “Regina” è in preparazione del suo nuovo disco di cui uscirà il video del primo singolo estratto di stampo dembow “Poco poco” il prossimo 7 maggio. Anche per questo progetto la sua etichetta sarà sempre quella indipendente tarantina “Love University Records”, fondata assieme a Don Ciccio.

Maria, innanzitutto cosa comporta essere una cantante donna e per di più del Sud oggi: ci vogliono gli attributi?

Significa avere molta determinazione, forza, coraggio e amore per se stesse perché cercheranno sempre di distruggere le tue ambizioni.
Da donne è più difficile affermarsi in ogni campo. Devi dimostrare il triplo per ricevere la metà di quello che riceverà un uomo, anche solo in termini di “visibilità” e riconoscenza.
Partire dal Sud è un’ulteriore difficoltà perché viviamo in una realtà dove è dura condurre la propria vita dignitosamente e onestamente, figuriamoci condurre i propri sogni: è quasi impossibile. Ma dico quasi proprio perché niente è impossibile specie se hai gli attributi che abbiamo citato.

Il sodalizio artistico con i 99 Posse è un altro sogno che si realizza per te?

Sì, è un sogno che si realizza davvero! Diventare la loro “sorellina” per me è stata la conferma del fatto che nella vita la coerenza paga sempre prima o poi!
Sono cresciuta con i loro messaggi. ‘O Zulù e gli altri mi hanno formata come persona tramite i versi della loro musica e adesso faccio parte della famiglia. Per me non può che essere un infinito onore e una prova immensa della “verità” della musica indipendente, della musica fatta per dire qualcosa agli altri, fatta col cuore. E’ stato bellissimo essere con loro sul palco per il “Curre Curre Guaglio’ 2.0 Tour” l’estate scorsa ed un’emozione ancora più grande è stata cantare la nuova versione di “Curre curre guaglio’” che vede la partecipazione mia e di Alborosie. Un “premio” che non dimenticherò mai! Voglio troppo bene ai 99 Posse e li auguro lunga vita!

La coerenza paga. Tu hai dimostrato di averne in grande quantità per più di dieci anni. Quali sono i tuoi messaggi e ideali e perché non potresti mai tradirli?

Il mio ideale di sempre è il rispetto. Se ci pensiamo conseguentemente a questo valore vengono tutti gli altri come l’uguaglianza, l’amore, la fratellanza, l’educazione, la libertà, etc….
Non potrei mai tradire certi messaggi perché fanno parte di me, rappresentano ciò che sono e provo ogni giorno sul palco e al di fuori di esso… Venire meno ai miei principi significherebbe perdere la coerenza e perdere matematicamente anche me stessa.

Quindi quale è la missione della musica di Mama Marjas?

La missione della mia musica è da un lato aggregare le persone facendole sentire “fratelli e sorelle” in ogni parte del pianeta, dall’altro unire le musiche di tutto il mondo. Sempre partendo dal presupposto che il mondo, anche dal punto di vista musicale, abbia avuto inizio dalla Nostra Madre Terra ovvero l’Africa. La musica è il mezzo più bello e armonico per conseguire tali obiettivi. Voglio che un mio concerto lo si viva divertendosi e allo stesso tempo come una “terapia” lunga un paio d’ore in cui bisogna “curarsi” e lasciarsi andare assieme a tutti i fratelli e le sorelle.

Nostante il successo sei rimasta nella tua Puglia in una città forte e difficile come Taranto. Come mai?

Grazie per dirmi che ho successo! E che spesso in una scena così maschilista quasi non me ne accorgo!
Scelgo di rimanere in Puglia perché ho provato a stare fuori per un po’ di anni, ma mi sono resa conto che professionalmente non davo nessuna particolare svolta, lavoravo e facevo concerti come se fossi giù. Magari ero più agevolata logisticamente, ma danneggiata dal punto di vista della qualità della vita.
La Puglia, l’odore e i colori del Mio Sud mi mancavano tantissimo, a tal punto che non riuscivo a vivermela bene… In sostanza “chi me la faceva fare di spendere solo un sacco di soldi tra affitti e spesa per essere più infelice di come stavo giù?”… Ho pensato a quanto si viva con poco nel nostro Meridione e sono ritornata.
Non credo che il posto dove stai faccia il tuo successo o almeno vale per chi non può contare sulla bravura.
Se sei bravo e vali puoi fare la musica e affermarti da qualsiasi parte nel Mondo e in Italia, ma la priorità è la qualità della vita.
E’ chiaro che Taranto per qualità della vita non è proprio il massimo dato che il complesso industriale immenso di questa città ci avvelena e soffoca ogni giorno, ma poi basta andare a fare la spesa a un mercato o fare un salto al mare per capire quanto tutto questo non abbia prezzo. Il Sud è Nostro e dovremmo prenderci la responsabilità di viverci per continuare a lottare. Svuotando le città a causa dei loro problemi non facciamo che arrenderci e non è bello scappare davanti alle responsabilità. Io ho sentito le mie di responsabilità come donna e come artista e visto che vivo di questi messaggi sono rimasta “assùd”.

Raccontaci più nello specifico. Come affronti la quotidianità a Taranto? Come gli artisti possono contribuire a risolvere i problemi della città? In un tuo testo dicevi “Ilva is a killer, music is a star”.

Affronto la quotidianità con coraggio, a testa alta, camminando a fianco di tanti giovani che ormai di una Taranto “così” non ne possono più e hanno capito che l’unico modo per risollevarsi è darsi da fare.
Ormai le Officine Tarantine, l’Archeotower, i ragazzi di Ammazza che Piazza, il Comitato dei Cittadini e lavoratori liberi e pensanti sono ormai le realtà di Taranto e camminando con loro, seguendo le iniziative da esse organizzate sicuramente possiamo già fare tanto. Gente come me, Fido Guido, Zakalicious e moltissimi altri colleghi diamo il nostro contributo ogniqualvolta ce ne sia bisogno… Di certo con le nostri canzoni possiamo fare molto per aprire le menti, aumentare la consapevolezza nei ragazzi di Taranto e in tutta quella gente che a Taranto è stufa di non poter respirare senza la paura di morire.
Assolutamente “Ilva is a killer, music is a star” perché la musica serve ad entrare nelle persone tramite il ballo e l’aggregazione. Anche quest’anno la terza edizione del 1° Maggio, i due concerti annuali di “Ammazza che piazza”, le numerose attività alle Officine Tarantine e all’Archeotower serviranno a mettere la musica in primo piano per ricordarci quali sono le nostre priorità e i nostri diritti divertendoci sempre tutti insieme come fratelli e sorelle.

La tua terra, l’Africa e la Jamaica sono le tue influenze e fonti d’ispirazione maggiori. Quanto sei legata alla tua identità?

L’identità è importantissima se vuoi essere originale perché nessuno nel mondo è te ed è come te! Marjas era la bimba che già da piccina con le treccine suonava le percussioni e ballava fino allo svenimento con sorella e cugine su ogni musica “ballabile”. E’ normale che sia cresciuta così! Sono un’appassionata della musica del mondo e della musica col groove… Il ritmo è la base per me, se non sento il ritmo non riesco a muovermi e quindi a cantare. Addirittura quando scrivo un testo ballo e mi muovo sulla musica per trovare la metrica! Ahahah
Sembra una cosa da pazzi, ma è così…. Gli artisti sono pazzi quando ci mettono il cuore!
E a me quando certi sound arrivano dritti all’anima e la fanno vibrare, vengano essi dalla tradizione popolare, dalla classica, dal Sud Italia, dalla Jamaica o dal Mali significa che si tratta della mia musica o meglio dell’Identità della mia musica.

A proposito della tua musica sei a lavoro di un nuovo disco. Cosa puoi anticiparci?

Si, è un lavoro lunghissimo. Solitamente paragono i dischi ai figli. La gestazione del mio quarto disco mi sembra molto più lunga di quella degli altri. Quindi prevedo “un figlio bello cicciottello”! Ahahah
E’ la prima volta che mi occupo in prima persona della completa formulazione dei brani cioè dalla musica ai testi. Chiaramente credendo nel lavoro di squadra ci sono numerosi musicisti e amici di cui ho moltissima stima che ho coinvolto nell’arrangiamento o anche nella scrittura dei brani.
Il filo conduttore di questo disco è MAMA, intesa come Mama Africa, sottolineando quanto questa abbia contaminato la musica del mondo. La “Mama” Marjas del 2015 invece dopo 11 anni di musica, crescita e sperimentazione è arrivata davvero vicino alla follia. Parlo di me in terza persona perché quasi non riesco a credere di aver concepito un disco così! L’uscita è prevista per il prossimo autunno ma ci sarà già un singolo spumeggiantemente dominicano in giro sul web dal 7 maggio, girato a Taranto sotto la regia della Calibro 9 con la presenza di Alevanille, la più importante Dancehall Queen italiana. Le tematiche del disco saranno come sempre variegate perché ogni musica e beat mi ispirano un tema diverso… Certe cose non le decido mai a tavolino. Questo album sarà un omaggio alla Negritude…Alleluuuuuuuia!

L’etichetta sarà sempre quella indipendente Love University Records. Come mai non hai mai cambiato il team di Don Ciccio e Co. con qualche major nazionale?

La Love University è l’etichetta fondata da Don Ciccio e in cui sono subentrata nel 2009 all’uscita di “B-Lady”, mio primo disco.
Mi piace produrre la musica anche per realizzare i dischi degli artisti che stimo e rispetto. Abbiamo questa label con Don Ciccio in quanto ci piace essere indipendenti e da indipendenti raggiungere alti risultati esclusivamente per merito della qualità della nostra musica. Al momento ci sono un sacco di artisti in Love University: chi in uscita col disco (Francisca, Duppy Rockers e Sud Foundation Kriù) e chi in preparazione (Extrabit, Nikaleo, Miss Mykela, Tahnee e Zire).
Non disdegnerei l’esperienza con una major nazionale, ai tempi di oggi è dura come facilissimo entrare nel mainstream. Da indipendente è molto difficile visto l’identità che caratterizza la propria musica, da partecipante ad un Talent-show è semplicissimo entrare in una grande etichetta, ma significa rinunciare ad avere un’identità del tutto incondizionata. Dato ciò che abbiamo detto finora avrai capito o meglio già sai Eugenia che la seconda strada non mi potrebbe mai appartenere. Quindi dovrei riuscire nella prima strada ovvero avvicinarmi al main-stream mantenendo sempre integra la mia identità musicale… Ma ora non mi interessa. In questa fase della mia carriera continuerò ad essere indipendente, a produrre il mio disco con Love University e a dare i messaggi di sempre.

Eugenia Conti

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