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(READ) PROCESSO KARTEL / Possibilità di appello e di scarcerazione nel 2016 per il Gaza Emperor

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Il processo Kartel sembra avere nuovi freschi risvolti. Ma facciamo un breve riassunto per chi è all’oscuro della questione dal principio. Vybz Kartel è uno dei cantanti dancehall più amati della Jamaica tanto da essere rinominato dagli stessi fans “Boss World” o “Dancehall Hero” ed è famoso per aver diffuso con le sue note questa cultura in tutto il Mondo. Lo scorso 14 marzo 2014 dopo 65 giorni di processo Vybz Kartel, al secolo Adidja Palmer, viene arrestato per l’omicidio di Clive “Lizard” Williams con l’aggravante di conseguente occultamento di cadavere. In realtà le prove raccolte dopo l’istruttoria dalle autorità competenti sono esclusivamente sms scambiati tra lo stesso cantante e il suo braccio destro.

Nei messaggi quest’ultimo invitava Vybz a recuperare ciò che li era stato sottratto o entrambi non avrebbero più chiuso occhio. Il defunto Lizard infatti si riteneva il responsabile della sparizione di alcune armi ubicate presso l’abitazione del Kartel, stesso luogo in cui da quanto risulta agli atti si sarebbe poi consumato l’assassinio. Lizard aveva invece scritto alla propria ragazza dicendo di essere nei guai e che il Teacha (ovvero Kartel) lo aspettava a casa facendo così intendere che per lui sarebbe stata la fine. Quello che ci chiediamo è se davvero ci sia stato un delitto per rivendicare la proprietà di due pistole? Possibile ma ancora non pienamente accertabile.

Del cadavere neanche l’ombra, non è mai stato rinvenuto. Ritrovato invece soltanto un video durante le indagini in cui si intravedevano delle braccia e delle mani tatuate che maneggiavano coltelli e machete mentre delle voci sfocate in sottofondo ragionavano su come disfarsi di una potenziale salma. I legali del singer hanno però prontamente smontato quest’ultimo indizio dimostrando che si trattava di una manipolazione della polizia alla luce della perizia dell’esperto forense che a sua volta riteneva che il materiale audiovisivo fosse un falso. Nonostante ciò Vybz e i suoi tre complici individuati dalle forze dell’Ordine venivano condannati e trasportati in cella. L’intervento di più polizia veniva richiesto al fine di bloccare i numerosissimi fans disperati che immediatamente erano accorsi in caserma dopo la notizia per stare vicino al loro beniamino in manette. Per non lasciare i supporters nello sgomento Vybz ha pensato bene di continuare a produrre le sue dancehall tunes anche dal carcere uscendo addirittura nel 2015 con un nuovo album di inediti e non dal titolo “Viking”.

Veniamo alla sentenza. La sentenza di primo grado emessa lo condanna all’ergastolo da scontare con 35 anni di prigionia e di lavori forzati. Provvedimento così duro anche sulla base della valutazione dei suoi precedenti penali. Infatti già nel 2011 Vybz era stato imputato in un altro processo per l’omicidio del business-man jamaicano Barrington Burton per poi uscirne vittorioso dietro pagamento di cauzione. In teoria ad oggi interi lunghi anni di detenzione attendono Kartel prima che possa solamente tentare di ricorrere in appello dato i centinaia di casi arretrati che ci sono. Che il Kartel sia stato sempre dal carattere focoso non ci piove.

Rimane storica la sua clash contro Mavado in cui dopo la competizione si arrivò allo scontro fisico vero e proprio e regalando però al pubblico appassionato una delle più belle battle artistiche di tutti i tempi. Ma a prescindere da ciò il caso rimane avvolto nel mistero più nero. Colpevole o innocente? Certo è che contro le qualità artistiche del Kartel nulla si può dire: siamo davanti a uno scrittore fenomenale e che ha un senso del ritmo come pochi. Sebbene la critica nazionale ed internazionale abbia potuto ritenere le canzoni dai testi troppo osceni o senza un giusto messaggio Vybz rappresenta con la sua musica la voce del ghetto per antonomasia. Lui dal fango ci viene davvero e di cosa dovrebbe parlare se non di sesso, ingiustizie e soldi? Questi ultimi quasi un’ossessione per lui nei suoi brani perché le fasce ricche fin da piccolo lo avevano emarginato insieme ai suoi simili. La contestazione sociale si presenta forte verso dopo verso. Un po’ come era accaduto anni prima per quei rapper americani che avevano creato il filone “gangsta-rap” in cui si parlava del disagio dei ghettizzati in chiave criminale perché la realtà triste e grigia era l’unica che vivevano day by day e che potevano raccontare.

Ma per il “Gaza Emperor”, altro appellativo datogli dai followers, ci potrebbero essere molto prossimamente delle novità. La difesa infatti si sta muovendo affinché il processo possa essere riaperto e si possa procedere col secondo grado del giudizio. Il team di avvocati è infatti pronto a sollevare delle eccezioni in appello che potrebbero rimettere in libertà definitivamente il proprio cliente. Uno dei giurati ovvero Mr.Caine dovrebbe essere accusato di corruzione per aver fatto si che gli altri giurati gli restituissero e non esibissero il verdetto di non colpevolezza nei confronti di Kartel. Caine ha negato il tutto aggiungendo addirittura che il resto della giuria dopo aver pronunciato il verdetto di colpevolezza voleva addirittura organizzare un party.

Ma questo non è l’unico punto su cui la difesa cercherà di farsi valere. All’interno della compagine popolare giudicante in primo grado ci sono addirittura ben due violazioni di legge del regolamento della Giuria della Giamaica. Infatti un giurato sul caso si sostiene che lavori con la Forza di Difesa Giamaica, posizione incompatibile col ruolo stesso di giurato, mentre un’altra sarebbe la moglie di un importante ufficiale di polizia e quindi impossibilitata a far parte della giuria. Il pubblico ministero poi ha solo prove circostanziali e non schiaccianti. Si vocifera che Vybz Kartel ha una grande possibilità di vincere il suo appello se non per l’immediata libertà, almeno per la possibilità di ottenere un nuovo processo e di rendere nullo questo pendente. Staremo a vedere come si evolverà il procedimento giudiziario e quale sorte toccherà al Dancehall Hero.

Dancehall a mi everything!

Eugenia Conti

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