NANDU POPU PROF PER UN GIORNO / Incontro con gli studenti del Liceo di Cisternino

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Essere un cantante dovrebbe significare trasmettere messaggi forti alla gente attraverso quel canale privilegiato che è appunto la musica. Nandu Popu dei Sud Sound System ne è il modello. Da sempre, infatti, canta l’amore per la sua terra, insieme a Don Rico e Terron Fabio. Stesso amore che l’ha portato a cimentarsi nelle vesti di scrittore ed a scrivere il suo primo libro, “Salento fuoco e fumo”. Per lui, affrontare le problematiche della sua terra è una vera e propria mission di vita.

Così, dopo l’uscita del libro “Salento fuoco e fumo”, avvenuta lo scorso anno, Popu ha deciso di presentarlo anche nelle scuole per divulgare le verità in esso contenute, spesso sconosciute agli studenti: inquinamento, ecomafie, emigrazione, perché per i Sud Sound System sono proprio loro, i giovani l’unica possibilità di rivoluzione.  È questo il primo punto illustrato da Nandu Popu, (introdotto simpaticamente dal suo speciale fan numero 1 Francesco Di Carolo, per tutti Caymano, nella conferenza tenutasi ieri mattina a Cisternino (BR), presso il Liceo Polivalente “Don Quirico Punzi”.

Nandu si rivolge ai ragazzi dicendo di “uccidere”, freudianamente parlando, i genitori. È necessario scardinare mentalità e luoghi comuni, scoprire le verità che ci hanno portato a questo stato di cose, fare meglio delle precedenti generazioni.

Due sono le storie che racconta ai ragazzi, tutti attentissimi e interessati. La prima è quella del salentino Mattia, figlio di ricchi borghesotti, con un papà da sempre in politica in un partito del centro sinistra. Questo ragazzo, dopo aver scoperto tutte le irregolarità commesse dal padre ed inorridito da quel benessere economico familiare ottenuto attraverso il furto di denaro pubblico, decide di ripartire da zero. Si trasferisce in Svizzera e si impiega come lavapiatti, rinunciando così ad una vita di agi assicurati, ma felice della sua integrità morale.

La seconda storia é, invece, quella del figlio di un proletario di una fabbrica pugliese. Il padre, in punto di morte, a causa di un cancro epatico, toccato a quasi tutti gli operai di quello stesso stabilimento, dice al figlio che, come eredità, intende lasciargli il suo posto di lavoro. Quest’ultimo rifiuta sconvolto e decide di emigrare, lontano dagli affetti, dal resto della famiglia, ma anche lontano da una sorte certa: la stessa del padre.

“Oggi qualcosa sta cambiando. C’è voglia di riscatto, di ribellione, desiderio di non essere schiavi dello stesso padrone – afferma Nandu – Bisogna unire le forze per riprenderci la nostra terra.”

Da qui il discorso si sposta sulla storia. Il Sud da 150 anni a questa parte è una colonia del Nord e come se non bastasse è stata inculcata nelle menti di molti meridionali la falsa teoria della superiorità dei settentrionali. Una bugia ripetuta per un secolo e mezzo, a cui in molti hanno creduto.

L’invito di Nandu è di  ripensare alle nostre origini, alle “radici ca tenimu”.

Il ragionamento cade su Taranto, “già grande colonia della Magna Grecia, terra di fiorente cultura, ricca di storia. Ed oggi? Ne parliamo solo per l’Ilva, per l’inquinamento. L’antico splendore della città è stato tramutato in orrore. Taranto, oggi, è lo scenario di un genocidio. Si conta un malato di tumore ogni 18 abitanti, il 65% delle donne è infertile e c’è un tasso di mortalità infantile altissima”.

In aula è commozione generale. Ma c’è tempo per un ultimo racconto, quello sull’associazione tarantina “Ammazza che piazza”, che, tra le sue iniziative, organizza flash-mob. I ragazzi, giovanissimi, armati di zappe e sementi, piantano fiori per la città, con lo scopo di sconfiggere il brutto attraverso il bello. 

Infine un elenco delle sue battaglie, con i No al Carbone di Brindisi, con i No Tap e appena un riferimento all’ambito musicale, ma analizzato sempre in una chiave storica.

I Sud Sound System nascono tra la fine degli anni ’80 e l’inizio degli anni’90: “La musica – spiega Nandu – in quel momento era per alcuni anche una via di fuga dal boom dell’eroina. All’epoca, quella droga era un vero fenomeno di massa, uccideva ripetutamente ed era difficile riuscire a sottarsene. Noi sentivamo l’esigenza di sperimentare qualcosa di nuovo, di creare un genere diverso. Così avviene l’incontro tra la jamaican reggae music e la Taranta”. 

Ma quale è la vera origine della Taranta? Nandu ci permette di scoprirlo. “Le tarantate erano donne salentine che, nel ‘600, andavano a lavorare in campagna. Li nei campi, erano, spesso, costrette a subire le violenze sessuali del loro padrone, vittime di una società in cui costituivano l’anello debole della catena, buone solo a riprodursi. Quindi, venivano stuprate brutalmente e non potevano neanche gridare la loro disperazione ad alcuno. Affogate totalmente e silenziosamente nel proprio dolore, avevano un’unica valvola di sfogo: la danza. E così nasce quella ballata convulsiva e tormentata”.

Una mattinata diversa per i ragazzi del liceo di Cisternino che si conclude con un augurio di Nandu per tutti gli alunni: “Siete voi la speranza per il futuro. Informatevi, leggete la cronaca, denunciate. Cercate di non abbandonare la vostra terra, ma di trovare il modo per sfruttarla e valorizzarla. Risvegliate le coscienze!”

Eugenia Conti

ARTISTA PASIONARIO / A Nandu Popu il premio annuale del Sing per l'impegno sul territorio

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L’annuale premio pugliese “Arte, sport e territorio”, assegnato dall’oratorio S.I.N.G., durante la tradizionale festa in onore di San Giovanni Bosco, per questo 2014 spetterà ad una delle voci e personalità più belle del territorio, Nandu Popu dei Sud Sound System.

Fernando Blasi sarà premiato il prossimo 31 gennaio ad Oria (BR), oltre che, per il talento vocale ed il successo musicale, soprattutto per la sensibilità e l’impegno mostrati nei confronti della sua terra, il Salento. Terra che difende con le unghie e con i denti, senza perdere mai occasione di denunciarne i soprusi che subisce, sia attraverso i testi delle canzoni, sia durante i live, che nella sua prima esperienza da scrittore.

“Salento fuoco e fumo”, infatti, è il libro in cui Nandu racconta e svela ai meno informati amare verità sulle ecomafie, sugli imbrogli legati allo smaltimento dei rifiuti in Salento, senza far mancare le dettagliate descrizioni dei luoghi e delle tradizioni, raccontate da lui con amore, in sella ad una bicicletta.

Nandu Popu, col suo contributo, ha il grande merito di aver sensibilizzato una gran fascia di persone sulle problematiche ambientali di oggi, sulla drammatica questione dell’inquinamento, oscura ai più, e di aver approfondito tematiche non sempre conosciute. A differenza di tanti altri, ha dimostrato di essere un’artista che scende in campo in prima persona, che non sa restare in silenzio di fronte alle ingiustizie e che incita tutti a lottare come lui.

Tanto è che quest’anno ha condiviso le battaglie dei “No al carbone”di Brindisi, di “Greenpeace” e si è fatto portavoce di ogni istanza che tutelasse il Sud.

Roberto Schifone, presidente dell’oratorio e responsabile regionale del Movimento per l’infanzia, afferma la sua soddisfazione nel premiare proprio questo cantante, definendolo un grande ambasciatore della regione Puglia. Nandu il Sud lo ama tutto ed un riconoscimento che fosse un connubio tra arte ed azione sul territorio non poteva non andare a lui.

Eugenia Conti

INTERVIEW WITH SUD SOUND SYSTEM / "Ragazzi nun ve scerrate mai delle vostre radici"

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“Se nu te scierri mai delle radici ca tieni, rispetti pure quiddre delli paisi lontani”. (Se non dimentichi mai le tue radici, rispetti anche quelle dei paesi lontani).

A distanza di più di dieci anni dall’incisione di questo brano i Sud Sound System dominano ancora la scena musicale nazionale ed internazionale, con venti anni di carriera alle spalle, otto album incisi, molteplici raccolte e live, migliaia di copie vendute. Considerati la migliore band reggae in Italia, i Sud Sound System sono i pionieri del raggamuffin, genere musicale che mescola i ritmi reggae jamaicani alle ballate salentine di pizzica e taranta. Identità, senso di appartenenza ed attaccamento alle proprie origini sono il fulcro, il cuore pulsante della loro musica. “Noi abbiamo il Sud nel nome del nostro gruppo, cosa altro c’è da aggiungere?” esordisce Nandu Popu, voce del gruppo, insieme a Don Rico e Terron Fabio. I tre artisti cantano, rigorosamente in dialetto salentino, l’amore per la propria terra, con lo scopo di insegnare a tutti, attraverso i testi dei brani, a difenderla, a non piegare mai la testa di fronte ai soprusi e a denunciare chi la deturpa. Li abbiamo incontrati prima al Pummarò festival, a Sant’Antonio Abate e successivamente la nostra conversazione è continuata nel loro “habitat naturale”: lo studio di registrazione, sito in Salento, la Jamaica del Sud Italia.

Avete celebrato il vostro ventesimo anniversario. Ma come si prospetta il presente dei Sud Sound System e l’imminente futuro?

Si, venti anni insieme. Per l’ occasione e’ uscita anche una compilation con i “best of” degli ultimi dieci anni, che presenta due brani inediti ” Vola via” e “Mai come ora” (featuring Rubens), più il remix del nostro brano più celebre “Le radici ca tieni” insieme alla band jamaicana T.O.K. Siamo reduci dal tour estivo, appena terminato, accompagnati dalla Bag a Riddim Band. Un tour che ci ha visto esibirci in tutta Italia ed anche all’estero, dalla Spagna, alla Francia. Abbiamo portato un po’ di Salento in ogni tappa. Ora, dopo questa lunga tournée, abbiamo in porto un nuovo disco, a cui stiamo già lavorando costantemente, dove l’identità sarà ancora una volta il fulcro intorno al quale girerà la nostra musica.

“Gli ulivi di queste brulle e arse pianure posano come divi esibizionisti che ostentano le proprie forme sicuri di essere unici”. E’ un frammento estratto dal libro di Nandu Popu “Salento, fuoco e fumo”(Laterza, 2012). Nando come mai hai pensato di scrivere questo libro e quanto sei legato a quegli alberi?

Salento, fuoco e fumo” é il mio primo libro, un viaggio in mountain bike tra le vie del Salento. Oltre alle precise descrizioni dei posti, il libro è ricco di messaggi. Ad esempio, il racconto su uno sporco affare riguardo ai rifiuti tossici. Quindi, la denuncia all’ abusivismo ed alle ecomafie. Altri argomenti presenti sono la famiglia, l’emigrazione, la questione meridionale. L’ esperienza da scrittore è stata bella e, sicuramente, nuova. Essendo artisti, tutti pensano che sia facile per noi scrivere, in quanto già lo facciamo con i testi delle canzoni. Dal mio punto di vista, posso dire che scrivere un libro è un approccio completamente diverso, ma molto stimolante. La scrittura è una valvola di sfogo che ti permette di buttare giù, nero su bianco, tutto quello che hai dentro. Infatti, non lascerò la penna. Ho cominciato già a scrivere il mio secondo libro, che parlerà di piccoli bulli e Sacra Corona Unita”.

La denuncia della realtà sociale e politica che ci circonda sono temi predominanti nelle vostre canzoni. Esempi pregnanti sono testi come “Casa mia” e ” Le radici ca tieni”. La musica può essere veicolo di sensibilizzazione delle masse e di consapevolezza. Qual è il messaggio rivolto ai vostri giovani supporter?

La storia purtroppo ha insegnato ai figli del Sud che sono inferiori ed ai figli del Nord che sono superiori. Purtroppo, molta gente ci ha creduto. Ma non è vero, siamo come tutti gli altri. Non dico neanche che siamo migliori, ma siamo tutti uguali. Però quest’ uguaglianza viene negata, innanzitutto dalle leggi e dai politici, che hanno trasformato il Sud in una pattumiera. Parlo in primis per i ragazzi della terra dei fuochi, di Taranto: ma come si fa a vivere in quelle terre? Come si fa? Qui non c’è soltanto la mano della mafia, ma sono anche le fabbriche del Nord che ci hanno portato i veleni. Tutto il Sud e’ inquinato. Alle generazioni future sento di dire due cose: per prima cosa riprendetevi la terra vostra e seconda cosa, uniamola insieme!

Eugenia Conti