Vybz Kartel trasferito in carcere di massima sicurezza. A rischio il prosieguo della sua carriera

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Il processo va avanti dal 2011, anno in cui il paladino della dancehall jamaicana Vybz Kartel è stato incarcerato con l’accusa di essere il mandante dell’omicidio del business man William Lizard ed oggi sembrano esserci delle novità che non faranno piacere ai numerosissimi fans dell’artista.

L’antefatto relativo alle cause della detenzione, al procedimento giudiziario in corso e a tutte le sfumature del caso si possono trovare in questo articolo scritto dalla nostra redazione qualche mese fa in cui si parlava addirittura di possibilità di appello e di scarcerazione per il c.d. Gaza Emperor nel 2016.

(http://PROCESSO KARTEL / Possibilità di appello e di scarcerazione nel 2016 per il Gaza Emperor)

La realtà dei fatti attuale è ben differente. Ad oggi Kartel rimane condannato all’ergastolo, quindi a 35 anni di reclusione. Inoltre per motivi non resi noti the Dancehall Hero è stato trasferito dal carcere Horizon Adult Remand Centre a quello di massima sicurezza Tower Street Adult Correctional Centre, siti entrambi a Kingston.

Christian Finson, legale di Kartel, ha confermato il trasferimento del suo assistito da una struttura all’altra ma non ha dichiarato alla stampa quali siano le ragioni di questo inasprimento della pena. Qualche voce indiscreta parla di “confino” per il World Boss. In più pare che giusto qualche settimana fa Flexx, uno degli storici membri dei Tok, avesse affermato in un’intervista che non fosse giusto concedere ad un detenuto di continuare a registrare e addirittura di poter vendere i propri prodotti discografici nel mercato internazionale.

Forse è stata questa la goccia che ha fatto traboccare il vaso e che ha reso le autorità irremovibili nel disporre misure molto più dure nei confronti del Gaza Emperor.

Ed ancora una volta, più di cinque anni fa, mentre Kartel faceva la sua apparizione e veniva accompagnato dalle guardie fuori dal carcere per il trasferimento, un fiume di supporters dava solidarietà al proprio beniamino al suono di “Free world boss”.

Ciò che ha creato sconforto e desolazione nei migliaia di followers del dancehall singer è proprio l’alta probabilità che nella nuova struttura che ospiterà la sua detenzione quest’ultimo non potrà continuare a comporre la propria musica. Bisogna infatti dire che Kartel dal giorno in cui è stato recluso fino ad oggi ha composto più di cento canzoni ed interi album come “The King of dancehall” uscito lo scorso giugno.

Le sue hits hanno comunque fatto il giro del Mondo negli ultimi cinque anni sebbene per ovvie cause non si sia mai potuto esibire live. Ha scalato le classifiche, ha spopolato con le views di Youtube, ha fatto i numeri su iTunes. Nonostante il non contatto diretto con il pubblico, Vybz Kartel si è dimostrato leader indiscusso nel suo genere. Forse nell’intero Pianeta non esiste una singola dancehall in cui non venga passato almeno un suo pezzo durante la selezione musicale.

Per molti altri cantanti un ergastolo sarebbe stato sinonimo della fine della propria carriera, ma Kartel ha rovesciato i pronostici diventando ancora più famoso di quanto non lo fosse quando era in libertà. In che modo abbia potuto continuare a diffondere le proprie canzoni da dietro alle sbarre rimane un’enigma. C’è chi dice tramite un app del cellulare che permette di registrare la voce e chi pensa addirittura che abbia dovuto ricorrere ad un sosia che lo sostituisse vocalmente.

La questione resta avvolta nel mistero così come non è ancora pienamente accertabile sulla base delle prove raccolte la sua innocenza o colpevolezza. Quello che però si può pienamente affermare è che in questi anni da imprigionato Vybz Kartel si sia dato da fare per esprimere la propria creatività e per creare qualcosa di positivo.  Non ha infatti composto soltanto liriche provocatorie. Come ha giustamente osservato la nota rivista the Rolling Stones ha ad esempio scritto un libro “La voce del ghetto giamaicano” in cui tratta tematiche delicate come aborto, povertà e terzo mondo nelle zone più malfamate della propria Terra. Ha ideato la sua linea di abbigliamento Official VK ed ha attuato un processo di alfabetizzazione a Portmore, sua città natale.

Kartel tramite il suo avvocato ha negato che egli abbia mai registrato in carcere ed ha giustificato le sue continue releases come ampissimo patrimonio inedito che già aveva inciso prima dell’arresto.

Che questa sia o meno la verità noi non lo sappiamo. Tuttavia non ci sembra il punto sul quale soffermarci. Che Kartel sia controverso come uomo è un conto, ma sul talento artistico non si può discutere. Per questo riteniamo che non ci sarebbe nulla di male nel permettere al cantante di continuare a produrre le proprie dancehall tunes a fronte anche delle varie attività socio-educative che i carcerati devono svolgere e tra cui la scrittura musicale ci sembra possa tranquillamente rientrare.

A prescindere dal proprio stato di libertà e dal fatto che ci sarà oppure no il proseguo della propria carriera artistica Vybz Kartel si riconferma “Di teacha”, fenomeno di stile e di popolarità.

Eugenia Conti

 

PROCESSO KARTEL / Possibilità di appello e di scarcerazione nel 2016 per il Gaza Emperor

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Il processo Kartel sembra avere nuovi freschi risvolti. Ma facciamo un breve riassunto per chi è all’oscuro della questione dal principio. Vybz Kartel è uno dei cantanti dancehall più amati della Jamaica tanto da essere rinominato dagli stessi fans “Boss World” o “Dancehall Hero” ed è famoso per aver diffuso con le sue note questa cultura in tutto il Mondo. Lo scorso 14 marzo 2014 dopo 65 giorni di processo Vybz Kartel, al secolo Adidja Palmer, viene arrestato per l’omicidio di Clive “Lizard” Williams con l’aggravante di conseguente occultamento di cadavere. In realtà le prove raccolte dopo l’istruttoria dalle autorità competenti sono esclusivamente sms scambiati tra lo stesso cantante e il suo braccio destro. Nei messaggi quest’ultimo invitava Vybz a recuperare ciò che li era stato sottratto o entrambi non avrebbero più chiuso occhio. Il defunto Lizard infatti si riteneva il responsabile della sparizione di alcune armi ubicate presso l’abitazione del Kartel, stesso luogo in cui da quanto risulta agli atti si sarebbe poi consumato l’assassinio. Lizard aveva invece scritto alla propria ragazza dicendo di essere nei guai e che il Teacha (ovvero Kartel) lo aspettava a casa facendo così intendere che per lui sarebbe stata la fine. Quello che ci chiediamo è se davvero ci sia stato un delitto per rivendicare la proprietà di due pistole? Possibile ma ancora non pienamente accertabile. Del cadavere neanche l’ombra, non è mai stato rinvenuto. Ritrovato invece soltanto un video durante le indagini in cui si intravedevano delle braccia e delle mani tatuate che maneggiavano coltelli e machete mentre delle voci sfocate in sottofondo ragionavano su come disfarsi di una potenziale salma. I legali del singer hanno però prontamente smontato quest’ultimo indizio dimostrando che si trattava di una manipolazione della polizia alla luce della perizia dell’esperto forense che a sua volta riteneva che il materiale audiovisivo fosse un falso. Nonostante ciò Vybz e i suoi tre complici individuati dalle forze dell’Ordine venivano condannati e trasportati in cella. L’intervento di più polizia veniva richiesto al fine di bloccare i numerosissimi fans disperati che immediatamente erano accorsi in caserma dopo la notizia per stare vicino al loro beniamino in manette. Per non lasciare i supporters nello sgomento Vybz ha pensato bene di continuare a produrre le sue dancehall tunes anche dal carcere uscendo addirittura nel 2015 con un nuovo album di inediti e non dal titolo “Viking”.

Veniamo alla sentenza. La sentenza di primo grado emessa lo condanna all’ergastolo da scontare con 35 anni di prigionia e di lavori forzati. Provvedimento così duro anche sulla base della valutazione dei suoi precedenti penali. Infatti già nel 2011 Vybz era stato imputato in un altro processo per l’omicidio del business-man jamaicano Barrington Burton per poi uscirne vittorioso dietro pagamento di cauzione. In teoria ad oggi interi lunghi anni di detenzione attendono Kartel prima che possa solamente tentare di ricorrere in appello dato i centinaia di casi arretrati che ci sono. Che il Kartel sia stato sempre dal carattere focoso non ci piove. Rimane storica la sua clash contro Mavado in cui dopo la competizione si arrivò allo scontro fisico vero e proprio e regalando però al pubblico appassionato una delle più belle battle artistiche di tutti i tempi. Ma a prescindere da ciò il caso rimane avvolto nel mistero più nero. Colpevole o innocente? Certo è che contro le qualità artistiche del Kartel nulla si può dire: siamo davanti a uno scrittore fenomenale e che ha un senso del ritmo come pochi. Sebbene la critica nazionale ed internazionale abbia potuto ritenere le canzoni dai testi troppo osceni o senza un giusto messaggio Vybz rappresenta con la sua musica la voce del ghetto per antonomasia. Lui dal fango ci viene davvero e di cosa dovrebbe parlare se non di sesso, ingiustizie e soldi? Questi ultimi quasi un’ossessione per lui nei suoi brani perché le fasce ricche fin da piccolo lo avevano emarginato insieme ai suoi simili. La contestazione sociale si presenta forte verso dopo verso. Un po’ come era accaduto anni prima per quei rapper americani che avevano creato il filone “gangsta-rap” in cui si parlava del disagio dei ghettizzati in chiave criminale perché la realtà triste e grigia era l’unica che vivevano day by day e che potevano raccontare. Ma per il “Gaza Emperor”, altro appellativo datogli dai followers, ci potrebbero essere molto prossimamente delle novità. La difesa infatti si sta muovendo affinché il processo possa essere riaperto e si possa procedere col secondo grado del giudizio. Il team di avvocati è infatti pronto a sollevare delle eccezioni in appello che potrebbero rimettere in libertà definitivamente il proprio cliente. Uno dei giurati ovvero Mr.Caine dovrebbe essere accusato di corruzione per aver fatto si che gli altri giurati gli restituissero e non esibissero il verdetto di non colpevolezza nei confronti di Kartel. Caine ha negato il tutto aggiungendo addirittura che il resto della giuria dopo aver pronunciato il verdetto di colpevolezza voleva addirittura organizzare un party. Ma questo non è l’unico punto su cui la difesa cercherà di farsi valere. All’interno della compagine popolare giudicante in primo grado ci sono addirittura ben due violazioni di legge del regolamento della Giuria della Giamaica. Infatti un giurato sul caso si sostiene che lavori con la Forza di Difesa Giamaica, posizione incompatibile col ruolo stesso di giurato, mentre un’altra sarebbe la moglie di un importante ufficiale di polizia e quindi impossibilitata a far parte della giuria. Il pubblico ministero poi ha solo prove circostanziali e non schiaccianti. Si vocifera che Vybz Kartel ha una grande possibilità di vincere il suo appello se non per l’immediata libertà, almeno per la possibilità di ottenere un nuovo processo e di rendere nullo questo pendente. Staremo a vedere come si evolverà il procedimento giudiziario e quale sorte toccherà al Dancehall Hero.

Dancehall a mi everything !

Eugenia Conti