INDUSTRIE MUSICALI, MAGLIE / Stasera unica data in Puglia dei giamaicani Ward 21

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Questa sera presso I’M – Industrie Musicali, Maglie ci sarà l’unica data in Puglia dei Ward 21, il trio made in Giamaica composto da Maen Dog, Suku e Kunley. Riconosciuti come i pionieri dell’hardcore giamaicano tornano in Europa per presentare il loro ultimo Ep intitolato “Power Surge”.
Uno show in cui potremo apprezzare l’autentica Dancehall dei Ward 21 che si ripropongono sul palco con una super live band.

I giamaicani Ward 21 da sedici anni calcano gli stages di tutto il Mondo, vantano collaborazioni eccellenti, riconoscimenti autorevoli ed hanno istituito una loro etichetta indipendente : la Ward 21 Music, cimentandosi anche come direttori artistici e produttori di realtà emergenti. Prendono il nome del reparto psichiatrico situato presso l’University Hospital di Kingston in Giamaica e a loro si devono numerose hit come “Haters”, “Rhyme”, “No Apologies” e “Garrsion”. Dopo innumerevoli singoli e 5 allbum in studio arriva l’EP “Power Surge” (Germaica Digital), che è solo un piccolo anticipo del sesto album in studio a cui stanno lavorando. La produzione spetterà interamente al figlio di King Jammy, Jammy “Jam II” James.

In consolle si alterneranno inoltre i migliori sound salentini del momento come Adriatic Sound, Mighty Bass, Hypest Team, Selektion Fire, Frank Filograna Smc & Mr. Minime e Run It Sound.

 

OUT NOW “SMILING FACES” / Nuovo singolo del jamaicano Blass per Yah Man Records

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La prima release della label salentina Yah Man Records è uscita oggi ed è disponibile in tutti gli stores digitali. A cantare sulle note di Express Love Riddim ci sarà il cantante jamaicano Blass, uno degli artisti reggae e dancehall più versatili della scena attuale che sa passare con facilità da sonorità più hardcore a quelle più dolci. Già dalle scuole elementari Blass ha sempre dimostrato le sue doti canore fino ad arrivare a frequentare l’High School in cui tutti pur di sentirlo cantare gli offrivano i dollari che avevano a disposizione per la merenda o creavano strani strumenti musicali fatti di libri scolastici o matite per accompagnare la sua voce. Subito dopo il diploma Blass decide di far musica a livello professionale e mette su un gruppo con alcuni suoi ex compagni di classe chiamato Cell Block Crew. In poco tempo la maggior parte dei membri ha problemi di depressione e la crew viene così sciolta. Blass decide di continuare la sua carriera artistica in duo con Slash, unico personaggio della loro ex formazione ancora convinto della potenza del proprio sound. Nel 2008 avviene la prima collaborazione del duo con Vybz Kartel. Un fortunato featuring che porterà Blass a viaggiare tantissimo e ad arricchire il bagaglio delle proprie esperienze artistiche. Blass comincerà dunque la sua carriera da solista entrando in un circolo virtuoso che ancora oggi sembra non avere fine. Dal 2008 al 2016 è stato artefice di diverse hit in collaborazione con artisti e producers del panorama internazionale. Come ad esempio “So Many Girls” nel 2012 feat. Delus, ovvero il fratello del noto Konshens e “Hustlers Anthem” nel 2013 feat. Profecia Crew, un ensamble proveniente dalle Isole Canarie (Spagna). Attualmente è a lavoro con un gran numero di producers emergenti e famosi in Jamaica, Usa, Polonia, Africa e Italia. Non manca nella lista la label salentina Yah Man Records di Morello Selecta che ha voluto l’artista come primo ospite su Express Love Riddim.

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La base in questione è suonata da tre quarti dei musicisti della Bag a Riddim Band (Band ufficiale dei Sud Sound System). Troviamo infatti Fossa Drummer alla batteria, Maestro Garofalo alle tastiere, Papa Leu alla chitarra e lo stesso Morello Selecta al basso. Il singolo è stato registrato invece per metà in Italia, per metà in Jamaica e vanta i cori di Angela Garzia. Non vi resta che ascoltare nei link sottostanti il frutto di questa combination che unisce ancora una volta Salento e Giamaica:

https://itunes.apple.com/pt/album/id1111647098

http://player.believe.fr/v2/8055323982177

Eugenia Conti

“KING OF THE DANCEHALL” sarà il prossimo album di Vybz Kartel in uscita a giugno 2016

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Vybz Kartel aka Worl Boss aka Dancehall Hero aka Gaza Emperor il prossimo 10 giugno è in uscita con un nuovo album dal titolo “King of the dancehall”. La star che ha diviso in due l’opinione pubblica perche è ormai in carcere da lungo tempo con l’accusa di omicidio premeditato ed occultamento di cadavere sembra che non riesca a smettere di produrre musica anche dietro alle sbarre. Nonostante la mancata libertà questa volta Kartel presenterà al pubblico un lavoro di 14 tracce di hardcore dancehall. Il disco sarà pubblicato sotto l’etichetta di Kartel Adidjahiem Records in collaborazione con TJ Records e Zojak World Wide. Le tracce in realtà sono state registrate dal prolifico artista prima della sua incarcerazione, ma sono tutte inedite e sono state accuratamente e sapientemente completate dal producer Linton ‘TJ’ White di TJ Records. “King of the dancehall” consacrerà nuovamente Vybz come un re della scena. Non a caso il cantante continua ad avere migliaia di fans malgrado la sua posizione penale. Forse perché tutti i suoi supporters vedono in lui in primis l’uomo che ha creato un movimento come nessun altro nel mondo della Dancehall. Nel comunicato stampa per i media Kartel ha dichiarato che stavolta verrà trattata l’hardcore dancehall. Quindi non ci sarà più spazio per canzoni dancehall con sfumature più pop e commerciali, ma ci sarà un sound più real che è quello che rappresenta in tutta la propria essenza la terra d’origine del famigerato artista ovvero la Jamaica. Alcuni lo definiscono un killer senza scrupoli, per tantissimi altri è un vero e proprio idolo. Il mistero che avvolge il caso Kartel è stato sempre grandissimo e potrete approfondire tutta la questione dal principio in questo precedente articolo pubblicato sempre su Gege Vibes: http://www.gege-vibes.com/2016/02/04/processo-kartel-possibilita-di-appello-e-di-scarcerazione-nel-2016-per-il-gaza-emperor/

Quello che invece è certo è che come già preannunciato l’album sarà fuori nei migliori store e in digitale a partire dal 10 giugno, ma si potrà preordinare già dal 6 maggio. Quanto siete curiosi di ascoltarlo?

Eugenia Conti

RECORD REVIEW / Odio Pieno dei Colle Der Fomento (1996)

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Veniamo dal basso come un gancio al mento…
(proto-recensione di “Odio Pieno”, disco d’esordio dei “Colle Der Fomento”, Mandibola Records)

No, non ho sbagliato frase. No, non ho neanche sbagliato album. So bene che il disco che sto per recensire precede “Ghetto Chic” (il singolo che contiene la frase in questione) di oltre un decennio, come so bene quanto i due lavori a livello “stilistico” non siano comparabili.
Quindi? Cosa accomuna questa frase, relativamente recente, (oltre agli autori stessi, ovviamente), al primo progetto dei Colle Der Fomento, pubblicato 11 anni prima?

Veniamo dal basso come un gancio al mento…

Quando sentii “Odio Pieno” per la prima volta, ricordo di averci collegato subito questa frase.

Ho 22 anni, ovviamente non ho vissuto il periodo d’oro in cui furono pubblicati questo ed altri lavori rimasti nella storia della Doppia italiana. Ammetto di aver conosciuto i Colle durante la mia adolescenza, proprio tramite “Ghetto Chic” ed “Anima e Ghiaccio”, lo stesso anno in cui fu pubblicato. Ne rimasi folgorato, cominciai a scavare a ritroso nella loro discografia fino ad arrivare appunto ad Odio Pieno, quando già ero completamente infottato dagli altri loro lavori.
Come dicevo, ricordo di aver pensato subito a quella citazione…
Dal basso. Come un gancio al mento.
Pensai sin da subito che non ci sarebbero state parole migliori per descrivere quell’album, qualsiasi altra definizione sarebbe stata forzata, oltre che superflua.
Ma andiamo per ordine, preciso: quella che sto per scrivere non sarà una vera e propria recensione. O meglio, sarà il ragazzino grezzo, “puro”, infottato e “incontaminato” che ero quando ascoltai questo lavoro, a recensirlo per me.
Detto ciò, si può iniziare.

Immaginate un diciassettenne armato di cuffiette, in un bus notturno per Bologna, rannicchiato su un sedile troppo stretto, con il naso sul finestrino, immerso fra gli odori degli insaccati provenienti da quasi ogni zaino di ogni pugliese che si rispetti ed il russare generale degli aliti fini circostanti.
Lato oscuro.
…Play.
Ricordo che all’inzio confusi il respiro affannato dell’intro con il russare del mio vicino di viaggio, tanto da averlo rimesso dall’inizio 3 volte. Che cazzo…
Ogni dubbio si dissolse comunque presto col partire del basso.
“Dooooun, DoDooooun, DoDoooun, DoDooooun….”
Semplice, puro, grezzo, cattivo.
E via col drumming, e il sample.
Semplice, puro, grezzo, cattivo.
Quando mi chiedono, ancora ora, un parere su Ice One (all’epoca, appunto, appartenente al gruppo e produttore dell’intero lavoro), la mia risposta è concisa: è il lato oscuro.
Semplice, puro, grezzo, cattivo.
E mentre uno degli intro a mio parere più riusciti della storia andava e nei timpani richieggiava quel “Colle der fomentooo” in loop, pensai che quello che stavo per fare sarebbe stato un ascolto non così facile come mi aspettavo, ma allo stesso tempo SEMPLICE, PURO, GREZZO, CATTIVO.
Qualche secondo dopo, la conferma:
“…faccio rap, solo rap, tu ci ridi sopra
ci giochi ma col rap non ci si gioca,
sai che flippo hardcore…” Solo Hardcore.
Qualche tempo fa mi capitò di leggere qualcosa del Danno, mentre parlava di questo disco. Lessi che nella sua realizzazione si erano ispirati ai Cypress Hill e ai SangueMisto (nel 96-97 entrambi i gruppi cavalcano già la propria rispettiva onda).
Credo che non avessero già da allora nulla da invidiare rispetto ai loro “modelli di riferimento” e nella seconda traccia si può intuire il perché.
Il disco scorre lento, rinondante, cupo.
Pezzi come “Quello che ti do” o “Quando verrà il momento” lasciavano già intravedere quella maturità artistica a cui ero abituato nei precedenti lavori, ma capisco già subito che la prima fatica ufficiale dei Colle era esattamente la rappresentazione spiccicata di quello che erano a quei tempi. Ragazzi infottati, fomentati appunto, “ingenui” nella loro “freschezza”, ma non stupidi, e soprattutto a metà fra l’essere incazzati e menefreghisti. In poche parole, proprio come, col senno di poi, ricordo e capisco di essere stato all’epoca di questa storia, ripensandoci.
Articolato nella sua semplicità, pieno e puro nel suo essere grezzo e grezzo e sporco nella sua purezza, quasi confortante nella sua “cattiveria”.
E poi ancora, “PornoRockers” e “Funk Romano”, perchè siam cupi, ma sappiamo prenderci e prendervi bene.
E poi, mentre il tizio accanto stavolta sovrastava davvero la musica col suo russare gracchioso, ecco “Ciao Ciao”.
Un esperimento quasi. Il convivere sullo stesso beat di stili opposti. Azzeccato.
Il Danno e la Beffa (Masito all’epoca), insieme a Piotta (prima che scoprisse la mossa del giaguaro, ma dopo essersi staccato proprio dai Colle nella loro precedente formazione “Taverna Ottavo Colle”) e Kaos One (che già veniva da anni di esperienza in campo, rappando sia in inglese che in italiano.)
“Ciao Ciao” è un “manco vi cago” a tutto il resto, e lo si sente pure bene. “Wappissimo”, ricordo di aver pensato.
E ancora, ancora e ancora.
Rabbia, voglia di dimostrare, di “strappare e scuotere”, quel senso di appartenenza  alla propria realtà, alla propria terra, al proprio colle.
“Odio Pieno” rappresenta tutto ciò e molto altro.
Sono metriche lineari e crude, voci non del tutto mature ma flow già rimarcati, un grido d’esistenza al mondo di un gruppo di ragazzi semplici, ma che era destinato a diventare storia.
Sembra quasi che già lo sapessero. Sapevano che il conto sarebbe arrivato quando, non a caso, “sarebbe stato il momento” (semicit.)
Quel grido che ora viene fuori possente e sicuro, ma che all’epoca era “di stomaco”.
E già da allora, appunto, veniva orgogliosamente DAL BASSO, proprio come me in quel bus, ma proprio COME UN GANCIO AL MENTO puntava in alto, proprio come me all’epoca ( e perchè no, anche ora.)

GiroWeedz